I Disturbi d’Ansia sono certamente i disturbi psichici più comuni. Essi provocano gravi sofferenze che rischiano di compromettere il funzionamento familiare, sociale e lavorativo della persona colpita.
Sono disturbi che possono insorgere a qualsiasi età ed indipendentemente dal sesso o dallo status socio-economico di appartenenza.
Prendendo in considerazione i dati dei principali studi epidemiologici pubblicati.
I ricercatori hanno calcolato che, globalmente, l'ansia, nelle sue varie forme interessa addirittura il 7,3% della popolazione.
L’ansia è un’esperienza emotiva universale che, di per sé, non è inadeguata poiché rappresenta una risposta a stimoli esterni più o meno intensi (una situazione nuova o inaspettata, esame, un colloquio di lavoro, una gara, un evento di vita significativo come ad esempio il matrimonio, ecc.).
Nella giusta misura, l’ansia fornisce la spinta per essere più pronti ed efficienti ad affrontare le situazioni. Essa rappresenta, infatti, un meccanismo protettivo per il soggetto, in quanto è finalizzata ad anticipare la percezione del pericolo prima ancora che si manifesti e a mettere in moto i meccanismi fisiologici che spingono all’esplorazione, per individuare il pericolo ed affrontarlo nella maniera più adeguata, oppure (quando necessario) all’evitamento e alla fuga.
Può succedere che allo stato d’allarme non corrisponda un pericolo reale da affrontare e risolvere. In questi casi l’ansia diviene una risposta sproporzionata o irrealistica che disturba la persone, invece di essere elemento di spinta all’adattamento ambientale.
Se gli episodi ansiosi sono fastidiosi, ma gestibili, occasionali e di durata limitata nel tempo non ci si deve preoccupare.
Al contrario, è importante consultare uno specialista e intraprendere un trattamento specifico quando nervosismo, agitazione, paure immotivate o sintomi quali fisici tachicardia e vertigini diventano molto intensi e persistenti al punto da impedire di svolgere le proprie attività quotidiane o interferire con le relazioni familiari, sociali o lavorative.
Si possono individuare diverse tipologie di disturbo d’ansia. Quelle di più frequente riscontro nella popolazione sono:
·Disturbo d’Ansia Generalizzata
·Disturbo da Attacchi di Panico
·Fobie
·Disturbo Ossessivo-Compulsivo
·Disturbo Acuto da Stress
·Disturbo Post-Traumatico da Stress
1.1 Disturbo d’Ansia Generalizzato
Sintesi dei criteri diagnostici per ilDisturbo d’Ansia Generalizzato (GAD)secondo il DSM-IV-TR (American Psychiatric Association (2000). DSM-IV-TR Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders , Fourth Edition, Text Revision. Edizione Italiana: Masson, Milano).
1.Ansia e preoccupazione eccessive (attesa apprensiva), che si manifestano per la maggior parte dei giorni per almeno 6 mesi, a riguardo di una quantità di eventi o di attività (come prestazioni lavorative o scolastiche).
2.La persona ha difficoltà nel controllare la preoccupazione.
3.L’ansia e la preoccupazione sono associate con tre (o più) dei sei sintomi seguenti (con almeno alcuni sintomi presenti per la maggior parte dei giorni negli ultimi 6 mesi):
·irrequietezza, o sentirsi tesi o con i nervi a fior di pelle
·facile affaticabilità
·difficoltà a concentrarsi o vuoti di memoria
·irritabilità
·tensione muscolare
·alterazioni del sonno (difficoltà ad addormentarsi o a mantenere il sonno o sonno inquieto e insoddisfacente).
4.L’ansia, la preoccupazione, o i sintomi fisici causano disagio clinicamente significativo o menomazione del funzionamento sociale, lavorativo o di altre aree importanti.
5.L’alterazione non è dovuta agli effetti fisiologici diretti di una sostanza (per es., una droga di abuso, un farmaco) o di una condizione medica generale.
1.2 Disturbo da Attacchi di Panico
Sintesi dei criteri diagnostici per l’Attacco di Panico secondo il DSM-IV-TR (American Psychiatric Association (2000). DSM-IV-TR Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders , Fourth Edition, Text Revision. Edizione Italiana: Masson, Milano).
Un periodo preciso di paura o disagio intensi, durante il quale quattro (o più) dei seguenti sintomi si sono sviluppati improvvisamente ed hanno raggiunto il picco nel giro di 10 minuti:
1.Palpitazioni, cardiopalmo o tachicardia
2.Sudorazione
3.Tremori fini o a grandi scosse
4.Dispnea o sensazione di soffocamento
5.Sensazione di asfissia
6.Dolore o fastidio al petto
7.Nausea o disturbi addominali
8.Sensazioni di sbandamento, di instabilità, di testa leggera o di svenimento
9.Derealizzazione (sensazione di irrealtà) o depersonalizzazione (essere distaccati da se stessi)
10.Paura di perdere il controllo o di impazzire
11.Paura di morire
12.Parestesie (sensazioni di torpore o di formicolio)
13.Brividi o vampate di calore
1.3 Fobie
Sintesi dei criteri diagnostici per laFobia Specificasecondo il DSM-IV-TR (American Psychiatric Association (2000). DSM-IV-TR Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders , Fourth Edition, Text Revision. Edizione Italiana: Masson, Milano).
1.Paura marcata e persistente, eccessiva o irragionevole, provocata dalla presenza o dall’attesa di un oggetto o situazione specifici (per es., volare, altezze, animali, ricevere un’iniezione, vedere il sangue).
2.L’esposizione allo stimolo fobico quasi invariabilmente provoca una risposta ansiosa immediata, che può prendere forma di Attacco di Panico causato dalla situazione o sensibile alla situazione.
3.La persona riconosce che la paura è eccessiva o irragionevole.
4.Le situazioni fobiche sono evitate o sopportate con intensa ansia o disagio.
5.L’evitamento, l’ansia anticipatoria o il disagio nella/e situazione/i temuta/e interferiscono in modo significativo con la normale routine della persona, con il funzionamento lavorativo (o scolastico), o con le attività o le relazioni sociali, oppure è presente disagio marcato per il fatto di avere la fobia.
6.Negli individui al di sotto dei 18 anni la durata è di almeno 6 mesi.
Sintesi dei criteri diagnostici per laFobia Socialesecondo il DSM-IV-TR (American Psychiatric Association (2000). DSM-IV-TR Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders , Fourth Edition, Text Revision. Edizione Italiana: Masson, Milano).
1. Paura marcata e persistente di una o più situazioni sociali o prestazionali nelle quali la persona è esposta a persone non familiari o al possibile giudizio degli altri. L’individuo teme di agire (o di mostrare sintomi di ansia) in modo umiliante o imbarazzante.
2. L’esposizione alla situazione temuta quasi invariabilmente provoca l’ansia, che può assumere le caratteristiche di un Attacco di Panico causato dalla situazione o sensibile alla situazione.
3. La persona riconosce che la paura è eccessiva o irragionevole.
4. Le situazioni sociali o prestazionali temute sono evitate o sopportate con intensa ansia o disagio.
5. L’evitamento, l’ansia anticipatoria o il disagio nella/e situazione/i sociale/i o prestazionale/i interferiscono significativamente con le abitudini normali della persona, con il funzionamento lavorativo (scolastico) o con le attività o relazioni sociali, oppure è presente marcato disagio per il fatto di avere la fobia.
6. Negli individui al di sotto dei 18 anni la durata è di almeno 6 mesi.
1.4 Disturbo Ossessivo Compulsivo
Sintesi dei criteri diagnostici per ilDisturbo Ossessivo-Compulsivo (DOC) secondo il DSM-IV-TR (American Psychiatric Association (2000). DSM-IV-TR Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders , Fourth Edition, Text Revision. Edizione Italiana: Masson, Milano).
1.Ossessioni o compulsioni
Ossessioni:
·pensieri, impulsi o immagini ricorrenti e persistenti, vissuti, in qualche momento nel corso del disturbo, come intrusivi o inappropriati e che causano ansia o disagio marcati
·I pensieri, gli impulsi, o le immagini non sono semplicemente eccessive preoccupazioni per i problemi della vita reale
·La persona tenta di ignorare o di sopprimere tali pensieri, impulsi o immagini, o di neutralizzarli con altri pensieri o azioni
·La persona riconosce che i pensieri, gli impulsi, o le immagini ossessivi sono un prodotto della propria mente (e non imposti dall’esterno come nell’inserzione del pensiero).
Compulsioni:
·Comportamenti ripetitivi (per es., lavarsi le mani, riordinare, controllare) o azioni mentali (per es., pregare, contare, ripetere parole mentalmente) che la persona si sente obbligata a mettere in atto in risposta ad un’ossessione o secondo regole che devono essere applicate rigidamente
·I comportamenti o le azioni mentali sono volti a prevenire o ridurre il disagio o a prevenire alcuni eventi o situazioni temuti; comunque questi comportamenti o azioni mentali non sono collegati in modo realistico con ciò che sono designati a neutralizzare o a prevenire, oppure sono chiaramente eccessivi.
2. In qualche momento nel corso del disturbo la persona ha riconosciuto che le ossessioni o le compulsioni sono eccessive o irragionevoli.
3. Le ossessioni o compulsioni causano disagio marcato, fanno consumare tempo (più di 1 ora al giorno) o interferiscono significativamente con le normali abitudini della persona, con il funzionamento lavorativo (o scolastico) o con le attività o relazioni sociali usuali.
1.5 Disturbo Acuto da Stress
Sintesi dei criteri diagnostici per il Disturbo Acuto da Stresssecondo il DSM-IV-TR (American Psychiatric Association (2000). DSM-IV-TR Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders , Fourth Edition, Text Revision. Edizione Italiana: Masson, Milano).
1.La persona è stata esposta ad un evento traumatico in cui erano presenti entrambi i seguenti elementi:
·la persona ha vissuto, ha assistito o si è confrontata con un evento o con eventi che hanno comportato la morte, o una minaccia per la vita, o una grave lesione, o una minaccia all’integrità fisica, propria o di altri
·la risposta della persona comprende paura intensa, sentimenti di impotenza, o di orrore.
2.Durante o dopo l’esperienza dell’evento stressante, l’individuo presenta tre (o più) dei seguenti sintomi dissociativi:
·sensazione soggettiva di insensibilità, distacco o assenza di reattività emozionale
·riduzione della consapevolezza dell’ambiente circostante (per es. rimanere storditi)
·derealizzazione
·depersonalizzazione
·amnesia dissociativa (cioè incapacità di ricordare qualche aspetto importante del trauma).
3.Marcato evitamento degli stimoli che evocano ricordi del trauma (per es. pensieri, sensazioni, conversazioni, attività, luoghi, persone).
4.Sintomi marcati di ansia o di aumentato arousal (per es. difficoltà a dormire, irritabilità, scarsa capacità di concentrazione, ipervigilanza, risposte di allarme esagerate, irrequietezza motoria).
5.Il disturbo causa disagio clinicamente significativo o menomazione del funzionamento sociale, lavorativo o di altre aree importanti, oppure compromette la capacità dell’individuo di eseguire compiti fondamentali, come ottenere l’assistenza necessaria o mobilitare le risorse personali riferendo ai familiari l’esperienza traumatica.
6.Il disturbo dura al minimo 2 giorni e al massimo 4 settimane e si manifesta entro 4 settimane dall’evento traumatico.
1.6 Disturbo Post-Traumatico da Stress
Sintesi dei criteri diagnostici per ilDisturbo Post Traumatico da Stress (DPTS)secondo il DSM-IV-TR (American Psychiatric Association (2000). DSM-IV-TR Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders , Fourth Edition, Text Revision. Edizione Italiana: Masson, Milano).
1.La persona è stata esposta ad un evento traumatico nel quale erano presenti entrambe le caratteristiche seguenti:
·La persona ha vissuto, ha assistito o si è confrontata con un evento o con eventi che hanno implicato morte, o minaccia di morte, o gravi lesioni, o una minaccia all’integrità fisica propria o di altri.
·La risposta della persona comprendeva paura intensa, sentimenti di impotenza, o di orrore.
2. L’evento traumatico viene rivissuto persistentemente in uno (o più) dei seguenti modi:
·Ricordi spiacevoli ricorrenti e intrusivi dell’evento, che comprendono immagini, pensieri, o percezioni.
·Sogni spiacevoli ricorrenti dell’evento.
·Agire o sentire come se l’evento traumatico si stesse ripresentando (ciò include sensazioni di rivivere l’esperienza, illusioni, allucinazioni, ed episodi dissociativi di flashback, compresi quelli che si manifestano al risveglio o in stato di intossicazione).
·Disagio psicologico intenso all’esposizione a fattori scatenanti interni o esterni che simbolizzano o assomigliano a qualche aspetto dell’evento traumatico
·Reattività fisiologica o esposizione a fattori scatenanti interni o esterni che simbolizzano o assomigliano a qualche aspetto dell’evento traumatico.
3. Evitamento persistente degli stimoli associati con il trauma e attenuazione della reattività generale (non presenti prima del trauma), come indicato da tre (o più) dei seguenti elementi:
·Sforzi per evitare pensieri, sensazioni o conversazioni associate con il trauma
·Sforzi per evitare attività, luoghi o persone che evocano ricordi del trauma
·Incapacità di ricordare qualche aspetto importante del trauma
·Riduzione marcata dell’interesse o della partecipazione ad attività significative
·Sentimenti di distacco o di estraneità verso gli altri
·Affettività ridotta (per es., incapacità di provare sentimenti di amore)
·Sentimenti di diminuzione delle prospettive future (per es. aspettarsi di non poter avere una carriera, un matrimonio o dei figli o una normale durata della vita).
4. Sintomi persistenti di aumentato arousal (non presenti prima del trauma), come indicato da almeno due dei seguenti elementi:
·Difficoltà ad addormentarsi o a mantenere il sonno
·Irritabilità o scoppi di collera
·Difficoltà a concentrarsi
·Ipervigilanza
·Esagerate risposte di allarme.
5. La durata del disturbo (sintomi ai Criteri B, C e D) è superiore a 1 mese.
6. Il disturbo causa disagio clinicamente significativo o menomazione nel funzionamento sociale, lavorativo o di altre aree importanti.