10.1 Disturbi Psicotici
Chi soffre di disturbi psicotici tende a interpretare ciò che accade nel suo ambiente e nelle sue relazioni in un modo che agli altri appare distorto, bizzarro, estremamente personale e non condivisibile. Ossia ha un rapporto alterato con la realtà, che appare particolarmente rigido, non ammette critiche o punti di vista alternativi e condiziona pesantemente la vita quotidiana della persona e dei propri congiunti.
Ne deriva purtroppo spesso un comportamento rigido, insicuro o contraddittorio, tanto da essere comune la tendenza ad isolarsi, ad avere poche relazioni e spesso difficili, ad abbandonare le normali attività quotidiane come lo studio, il lavoro, gli interessi più comuni. Questa Difficoltà di relazione interpersonale tende a svilupparsi in un notevole arco di tempo.
Questa grave alterazione dell’equilibrio psichico dell’individuo non solo ha una compromissione dell’esame di realtà ma anche disturbi del pensiero di tre tipi, quali:
·allucinazioni: sono esperienze percettive alterate, ossia percezioni (siano esse visive, uditive, tattili..) senza che ci sia l’oggetto percepito. Un soggetto può ad esempio sentire qualcuno parlare, vedere persone e oggetti, sentire odori o avere sensazioni tattili senza che corrispondono alle stimolazioni effettivamente presenti nell’ambiente. Questi fenomeni tendono a spaventare molto sia le persona che li sperimenta, sia le persone a lui più vicine, creando una distanza fra di loro ed una elevata sofferenza.
·deliri: sono alterazioni del contenuto del pensiero, che assumono la forma di convinzioni stabili, strutturate e costanti a dispetto di qualunque evidenza. Esse si strutturano attorno ad un tema principale che può essere più o meno vicino alla comprensione comune (es. convinzione di essere seguiti, spiati e controllati; di avere caratteristiche sovraumane, onnipotenti, divine; di essere destinati al disastro ed alla rovina), ma comunque estremamente importante per la persona. Attraverso questo racconto, che spesso è fonte di angoscia, viene espresso però un significato fondamentale per la propria esistenza, ed ogni piccolo segno della realtà è una conferma della veridicità del racconto.
·distorsioni del pensiero: sono alterazioni della forma del pensiero, come ad esempio una disorganizzazione e una mancanza di coerenza nel flusso del pensiero, una alterazione dei collegamenti e nelle associazioni tra le idee, etc.
L’impossibilità di condividere i propri pensieri perché considerati strani, assurdi, eccessivi, fa sentire la persona estremamente sola, incompresa, giudicata ed ogni tentativo di “ragionevolezza” da parte dei familiari è vissuto come un attacco dal quale proteggersi.
Possono spesso essere presenti disturbi del sonno, angoscia marcata, disturbi nell’alimentazione, comportamenti insoliti, disorganizzati e/o catatonici, appiattimento dell’affettività, anedonia, povertà di pensiero, abulia.
L’acriticità rispetto ai sintomi nei disturbi psicotici genera un grave disadattamento sociale.
L’esordio dei disturbi psicotici si colloca principalmente in adolescenza o nella prima età adulta.
10.2 Schizofrenia
La schizofrenia è un grave disturbo psicotico: chi ne è affetto diventa del tutto indifferente a ciò che accade, reagisce in modo assurdo o incoerente agli eventi esterni, perde il contatto con la realtà e si isola in un mondo suo proprio, incomprensibile agli altri. A causa della sua caratteristica destrutturante della personalità, la schizofrenia compromette tutti gli aspetti della vita del soggetto, sconvolgendo profondamente la sua rete relazionale e, quindi, coinvolgendo anche il nucleo familiare.
La schizofrenia compare in età adolescenziale o giovanile: tra i 17 e i 30 anni negli uomini, più tardi (20-40 anni) nelle donne.
L’esordio può essere acuto, nel 5-15% dei pazienti, ed è indice di una prognosi più favorevole.
La diffusione della schizofrenia è relativamente bassa, 1% in tutto il mondo, e trasversale: si riscontra, infatti, in tutte le classi sociali, senza distinzione di sesso, razza, territorio. Sono molte le teorie sulle possibili origini della schizofrenia; in realtà non si può ancora riconoscere una causa certa, ma si può parlare di fattori di rischio, ossia di condizioni che predispongono un individuo a sviluppare la malattia più degli altri.
In ordine d’importanza decrescente, questi fattori sono dovuti a: componenti genetiche, complicazioni del parto, fattori biologici, fattori psicologici. La componente genetica è sicuramente il fattore più accreditato per quanto riguarda l’eziopatogenesi della schizofrenia; è noto, infatti, che i familiari dei pazienti con schizofrenia hanno un rischio maggiore di ammalarsi rispetto alla popolazione normale.
Nella schizofrenia vengono identificati vari sottotipi:
• paranoide, il soggetto presenta rilevanti deliri o allucinazioni in un contesto di funzioni cognitive ed affettività preservate;
• tipo disorganizzato, il soggetto presenta un eloquio ed un comportamento disorganizzato;
• tipo catatonico, la cui manifestazione essenziale è un notevole disturbo psicomotorio che può comportare l’arresto motorio;
• tipo indifferenziato e tipo residuo.
La schizofrenia è una patologia grave e invalidante, che conduce spesso al ricovero ospedaliero e che deve essere attentamente diagnosticata e curata; oggigiorno, tuttavia, la sua prognosi non è così negativa come un tempo.
Schizofrenia sintomi
I sintomi della schizofrenia sono molto variabili sia in relazione alla fase della malattia (prodromica, esordio o lungo termine) che alla sottotipologia clinica. Possono presentarsi in momenti critici (episodici) oppure in modo stabile e cronico e generalmente vengono suddivisi in due gruppi antitetici: sintomi positivi e negativi. I sintomi della schizofrenia positivi sono manifestazioni nuove e anomale dovute alla malattia, i sintomi della schizofrenia negativi derivano, invece, dalla perdita di capacità che erano presenti prima dell’esordio della malattia.
I sintomi positivi della schizofrenia comprendono:
• I deliri, intesi come convinzioni contrarie alla realtà, durature, fermamente sostenute malgrado le prove del contrario, dissonanti rispetto al contesto di riferimento. Quelli più frequenti sono quelli di persecuzione, di grandezza, di riferimento, di lettura del pensiero.
• Le allucinazioni, cioè alterazioni della percezione per cui la persona crede di percepire cose che in realtà non ci sono. Tipiche quelle uditive, quando la persona sente voci che la insultano, la minacciano, la comandano o commentano le sue azioni.
• La disorganizzazione e la frammentazione del pensiero.
• Il comportamento bizzarro e disorganizzato.
I sintomi negativi della schizofrenia invece comprendono:
• Apatia
• Appiattimento affettivo
• Deficit nella produttività e fluidità dell’eloquio
• Perdita d’iniziativa
• Povertà ideativa
• Difficoltà a mantenere l’attenzione
• Compromissione dei rapporti interpersonali, del funzionamento sociale e lavorativo.
In pratica il soggetto non reagisce a quelle situazioni che negli altri suscitano emozioni, perde interessi ed energie e tende a ridurre sempre più i propri rapporti sociali, fino all’isolamento. Sono questi i sintomi della schizofrenia più difficili da interpretare in modo chiaro, hanno un’evoluzione lenta e graduale e, almeno all’inizio, possono non sembrare segnali specifici di una patologia così grave, ma confondersi con i sintomi depressivi.