Aree di Intervento  <  Torna a Clinica
5. disturbi fittizi

Si tratta di una categoria di disturbi molto complessa da diagnosticare ma con la quale gli operatori della salute mentale si trovano quotidianamente a confrontarsi. Tutti i disturbi fisici e mentali potenzialmente potrebbero essere fittizi, cioè costruiti ad arte (consciamente o inconsciamente) dal paziente al fine di acquisire il ruolo di malato con tutti i suoi vantaggi primari e secondari, relativizzando gli svantaggi che ne possono derivare (quali accertamenti, ricoveri, etc.).
I criteri diagnostici per i Disturbi Fittizi secondo il DSM-IV-TR sono i seguenti: produzione o simulazione intenzionali di segni o sintomi fisici o psichici; la motivazione di tale comportamento è di assumere il ruolo di malato; sono assenti incentivi esterni per tale comportamento (per es. un vantaggio economico, l’evitamento di responsabilità legali, o il miglioramento del proprio benessere fisico, come nella Simulazione).
Si evidenziano alcuni sottotipi: con Segni e Sintomi Psichici Predominanti: quando nel quadro clinico predominano i segni e i sintomi psichici; con Segni e Sintomi Fisici Predominanti: quando nel quadro clinico predominano i segni e i sintomi fisici; con Segni e Sintomi Psichici e Fisici Combinati: quando sono presenti segni e sintomi sia Psichici, che Fisici, ma nessuno dei due predomina nel quadro clinico.
Tra le caratteristiche comuni: sono difficili da sospettare e diagnosticare; vengono solitamente individuate nel tentativo di escludere la malattia che è simulata; causano spreco economico per indagini diagnostiche, visite mediche, consulenze specialistiche, lunghezza delle procedure; i pazienti sembrano essere resistenti a sottoporsi a terapia psichiatrica la quale, a sua volta, non dà risultati incoraggianti e non mette al riparo da un'alta frequenza di recidive; possono dar luogo a procedimenti legali lunghi e difficili, specialmente in caso di violenze simulate; possono simulare violenza o causare la morte del paziente, anche se queste evenienze sono rare; i pazienti inducono sentimenti di indignazione, irritazione e disistima nei curanti; le persone affette coinvolgono spesso i familiari, il personale sanitario (medico di famiglia, specialisti, laboratoristi, anatomopatologi e infermiere) e il personale sociale (assistenti sociali, volontariato eccetera); talvolta la patologia fittizia può essere provocata sul paziente da altre persone, solitamente dalla madre su un figlio (sindrome di Munchausen per procura o sindrome di Polle).
Se la Simulazione può essere considerata un comportamento adattivo normale in certe circostanze (per es., quando si è ostaggi), per definizione una diagnosi di Disturbo Fittizio comporta sempre la presenza di psicopatologia.
I soggetti con Disturbo Fittizio presentano di solito la loro storia con toni drammatici, ma risultano estremamente vaghi e incoerenti se interrogati sui particolari. Possono impegnarsi, con modalità coinvolgente ed attraente per l’ascoltatore, in menzogne patologiche riguardanti i vari aspetti della loro storia o sintomatologia (pseudologia fantastica). Spesso hanno profonda conoscenza della terminologia medica e delle routine ospedaliera. Sono molto comuni sintomi dolorosi e richiesta di analgesici.

Una volta smascherata la natura fittizia dei loro sintomi, i soggetti con questo disturbo solitamente negano l’evidenza oppure si dimettono rapidamente contro il parere dei sanitari. Alcune volte vengono ricoverati subito dopo in qualche altro ospedale. I ricoveri ripetuti spesso li conducono in numerose città, regioni o stati.